ART-CRIMEdvdTitolo Originale: ART/CRIME
Nazione: Canada
Durata: 100 minuti
Regia: Frédérick Maheux
Anno: 2011
Cast: Rémy Couture, Nacho Cerdà, Joseph Elfassi, Éric Falardeau, Robert Morin, Patrick Senécal

Trama:

Rémy Couture è un creatore di effetti speciali con una passione per il gore e lo splatter. Decide di aprire un sito web nel quale posta servizi fotografici e cortometraggi molto violenti. Data l’alissima qualità dei lavori, alcune persone pensano che le violenze postate nel sito siano vere e per questo Rémy viene arrestato. Le accuse più infamanti sembrano cadere quasi immediatamente, ma l’artista dovrà comunque affrontare un processo che potrebbe segnare un importantissimo precedente nella storia della libertà di espressione.

Secondo me:

Quello che vi presento oggi è un documentario abbastanza datato su una questione superata. Fino a questo momento sul sito c’era finito solo un’altro documentario e per un’occasione del tutto particolare, ma nonostante questo ne guardo diversi relativi al cinema (l’ultimo è stato The Search for Weng Weng) e ogni tanto ne parlo sulla pagina di facebook (ISCRIVITI!)Perché quindi parlo di questo oggi? Ci sono diverse ragioni. Prima di tutto perché la maggior parte di quelli che mi seguono sono horrorofili, poi perché l’argomento è decisamente interessante e per finire perché mi è stata data la possibilità di vederlo gratis. Colgo l’occasione per scusarmi anche con chi mi ha mandato roba in anteprima che però non è finita mai sul sito. Purtroppo però se quello che mi mandate non mi piace preferisco non parlarne e poi in questi ultimi mesi non ho avuto davvero tempo di scrivere nulla quindi anche quelle (poche) cose che mi sono piaciute difficilmente troveranno spazio.
Come documentario questo ART/CRIME è girato in maniera abbastanza classica, con interviste a Rémy Couture e altra gente informata sul caso, qualche commento della voce fuori campo ed una divisione in capitoli. L’unica particolarità è che le interviste sono intervallate da immagini molto forti senza alcuna censura che quindi potrebbero disturbarvi un po’. Sono immagini di violenze e abusi vari, ma sono tutte opere dell’artista e quindi finte. Però davvero fatte bene ed estreme!
Personalmente non avevo sentito mai nulla di questa storia e guardando il documentario mi ero annoiato un po’, ma il mio metro di giudizio su queste produzioni si basa unicamente su quanto questi riescano a catturare la mia attenzione ed è per questo sto scrivendo questo articolo dopo più di una settimana dalla visione. Oggi posso dire che il documentario con me ha funzionato abbastanza perché in questi giorni mi sono un po’ documentato sulla storia di Rémy e mi sono anche visto i suoi corti e alcune delle immagini per le quali è stato accusato (e ripeto che sono immagini forti, quindi se siete facilmente impressionabili NON guardatele e non guardate nemmeno questo documentario). Il tema è molto importante perché il caso di Rémy Couture potrebbe fare giurisdizione in materia di libertà d’espressione, quindi potrebbe andare ad abbracciare altre aree oltre la cinematografia e l’arte. C’è una frase nel documentario che mi ha colpito: “Rémy Couture è vittima del suo talento”. Il documentario è decisamente critico verso la giustizia canadese e sollvea divese domande alle quali però da una posizione netta a difesa di Rémy. Può una persona finire in carcere perché è troppo brava nel suo lavoro? Devono esserci limiti alla libertà d’espressione? La violenza nella finzione è davvero così pericolosa? Il documentario è decisamente di parte, ma se lo vedete con un occhio critico potrebbe essere un ottimo punto di partenza per un bel dibattito.
In fondo è anche un megaspot per Rémy Couture che si presenta con la maglietta che rimanda al suo nuovo sito (nel quale però NON sono presenti le sue opere più controverse), ma se lo merita sia perché deve sostenere spese legali per questioni assurde, e soprattutto perché è bravissimo.
Il finale mi ha spiazzato un po’ perché viene mostrato com’è facile trovare su internet roba ben più disgustosa rispetto alle opere di Rémy Couture e questo solleva un nuovo quesito sulla libertà e sul controllo della rete. Argomento enorme del quale non voglio assolutamente parlare, ma per carità, se vi volete bene NON replicate le ricerche fatte durante i titoli di coda.

Un documentario che racconta una storia in fondo piccola che però ha potenzialmente risvolti enormi. Sicuramente i fan dell’Horror saranno più preparati di me sulla vicenda, ma quelli che dovrebbero assolutamente documentarsi sono i creatori di effetti speciali e gli appassionati di make-up!
Sapere che il processo è finito nel 2012 spegne un po’ gli entusiasmi, ma documentarsi fa sempre bene. Per altre informazioni andate qua: http://www.art-crime.eu/index.html

Lascia un commento

(Il sito utilizza gli avatar di Gravatar.com)

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Film per pochi is powered by WordPress · design di Gianluca Camaioni