Titolo Originale: Arachnicide
Nazione: Italia
Durata: 91 minuti
Regia: Paolo Bertola
Anno: 2014
Cast: Gino Barzacchi, Gabriel Cash, Riccardo Serventi Longhi, Crisula Stafida, Filippo Galati, Enrico Pecora, Mark Dodson

Trama:

In dei laboratori segreti un gruppo di narcotrafficanti sta sperimentando la Solution 500, una tecnologia che permette di crescere piante di coca molto più velocemente e vigorosamente. Per mettere fine al progetto viene creata una squadra di agenti speciali formata da militari ed un’avvenente dottoressa, il Commando L9, che però si troverà ad affrontare una minaccia inattesa dato che la Solution 500 sembra non agire esclusivamente sulle piante.

 

Secondo me:

Quando ho voglia di guardarmi qualcosa di leggero spesso e volentieri mi faccio attirare esclusivamente dalla locandina e così è stato per questo film. Solo dopo averlo visto (operazione che ha richiesto parecchio tempo e diversi tentativi), mi sono reso conto di avere per le mani qualcosa di meraviglioso ma probabilmente solo per me dato che qualitativamente lascia parecchio a desiderare! Il film in questione è un prodotto preziosissimo e che definirei quantomeno coraggioso dato che si tratta di un monster movie italiano chiaramente indirizzato ad un pubblico internazionale e che alla fine è stato distribuito nientemeno che dalla Brain Damage Films, che è un po’ come la Troma per qualità e tipologia di film distribuiti ed acquistabile online anche per due spicci.
Il nome del regista non mi dice assolutamente nulla ma, nelle mie ricerche post visione, ho scoperto un microcosmo di personaggi molto interessante, anche in questo caso forse solo per me.
Andiamo con ordine. Il produttore di questo Arachnicide si chiama Ruben Maria Soriquez e, come ci dice la sua pagina di Wikipedia, e è un italo-filippino nato a Bologna ma che oggi vive a Manila e che qui in Italia ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’intrattenimento dove ha girato principalmente documentari (anche uno sul Bunga Bunga), e recitato in produzioni sconosciute al sottoscritto. Bertola, regista di questo film, non ha una pagina di wikipedia ma stalkerando un po’ i suoi profili social e IMDB mi pare di aver capito che si occupa principalmente di effetti visivi ed ha parecchi titoli che lo vedono sulla poltrona di regista ma anche in questo caso tutte le sue produzioni mi risultano sconosciute e non mi stupirei se Arachnicide, che tra l’altro in origine doveva chiamarsi L9 Commando, fosse il suo primo titolo distribuito.
Al momento sta collaborando ancora con Soriquez per un horror di produzione Filippina chiamato The Lease che dal teaser sembra quasi interessante.

So benissimo che tutta questa pappardella sul background di questi due non interessa a nessuno, ma vi spiego brevemente perché interessa a me.
Dovete sapere che le Filippine sono state un Paese molto importante per un po’ tutto il cinema di serie B degli anni 70′-80′-90′ ed anche registi italiani come Antonio Margheriti o Bruno Mattei si recavano regolarmente da quelle parti per girare i loro film ed ovviamente anche le produzioni locali traevano ispirazione da quello che gli veniva insegnato dagli stranieri. Per non andare troppo fuori tema vi lascio giusto due documentari da cercare: Machete Maidens Unleashed e The Search for Weng Weng.
Quindi per me vedere una produzione italiana con ragni giganti e che ha qualcosa ha che fare con le Filippine è un sogno che purtroppo però si infrange con la realtà di un prodotto terribilmente noioso e che, vuoi per la povertà dei mezzi, o perché magari frutto di un riciclo di idee e di altri film, ci troviamo davanti è un semplice film con dei militari che si ritrovano a girovagare per una serie di corridoi infiniti infestati con una musichetta di tensione ripetitiva in loop interrotta da qualche frase via radio e battute machistiche il tutto girato con una qualità generale da filmino della comunione ed un doppiaggio raccapricciante.
La mia esperienza complessiva con il film ha avuto alti e bassi: la scena iniziale mi aveva quasi esaltato dato che era palese che quello che avevo davanti era un filmaccio fatto male e pertanto non vedevo l’ora di vedere i ragni giganti. Purtroppo però il mio primo tentativo di visione non ha superato i venti minuti. La seconda volta invece sono arrivato alla fase nella quale i militari fanno irruzione nella serra segreta dei narcotrafficanti. Interminabili minuti di camminata in corridoi scuri però mi hanno impedito di arrivare alla vera e propria comparsa dei ragni e purtroppo sono crollato dopo ad una cinquantina di minuti.
La mia terza visione la sto facendo mentre scrivo così posso prendermi brevi pause e spezzare un attimo il ritmo altrimenti non credo riuscirei mai a finire questa roba.
Comunque sia mi ha rivelato però che nella scorsa visione avevo abbandonato proprio ad un soffio dall’arrivo degli aracnidi e devo dire che il primo attacco mi ha anche divertito. I successivi però sono molto meno emozionanti e le animazioni dei ragni sono altalenanti dato che a volte si muovono con un framerate simile a quello di Goldeneye 007 per N64 giocato in 4 in split screen, mentre altre volte invece vanno abbastanza fluide. Ad un certo punto arriviamo ad una scena di massa con decine e decine di ragni che attaccano i nostri poveri militari che però non è altro che un interminabile tiro al bersaglio che metterà ancora a dura prova le vostre palpebre. Dopo qualche scena eroica ed una sana esplosione l’azione si sposta fuori dove però la musica non cambia se non per una scena di dialogo tra i soldati che si chiedono cosa stia succedendo. E niente, pian piano si fa giorno, qualcuno muore e qualcuno viene salvato da un elicottero.

Il film è brutto ma, ma davvero tanto brutto. Però a me vedere un film italiano sui ragni giganti mi emoziona e nonostante la mia terribile esperienza con questo film auguro al duo Soriquez-Bertola un grande successo come lo sta avendo Jimmy Henderson nella vicina Cambodia che con il suo Jailbreak ha avuto un grandissimo successo.
Italiani alla conquista del sud est asiatico insomma!

 

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