Titolo Originale: Ni zhuan sheng, 逆轉勝
Nazione: Taiwan
Durata: 107 minuti
Regia: Yann Kung
Anno: 2014
Cast: Shang-Yi Wen (Monster Wen), Peijia Huang, Jasper Liu, Jasper Liu, Phoebe Huang, Angel Yao, Peng Sun, Allison Fisher, Kelly Fisher, Jennifer Barretta, Jasmin Ouschan, Ga-young Kim, Rita Chou, Pei-Chen Tsai, Xiaoting Pan, Yu-ram Cha

Trama:

Hsieh Shuan-feng è un ex campione di biliardo che, finito in rovina, si ritrova ad essere un alcolizzato con le mani tremolanti che vende zuppa di pollo come ambulante. Sua nipote Siang, rimasta sola a gestire una sala da biliardo piena di debiti con la malavita, lo rintraccia e lo convince a diventare suo tutore. Dopo alcuni conflitti tra i due, Siang, guidata dello zio, inizia a giocare delle partite scommettendo soldi ma quando le voci iniziano a circolare, i dirigenti della sua scuola la diffidano. Per riscattare la sua immagine e guadagnare soldi Siang entra in un torneo ufficiale che la vedrà confrontarsi con delle professioniste di palla 9 mentre il passato dello zio sembra tornare a minare la serenità dei due.

Secondo me:

Quando nei primi secondi del film è apparso il logo della Buena Vista Film (o Disney, se preferite) ero pronto a guardare un filmetto per famiglie classico e in linea con quei drammetti sportivi che siamo abituati a vedere nelle mattinate estive di Raidue. Ed invece il film, pur rientrando nella categoria dei drammetti sportivi famigliari, include anche mafia, gioco d’azzardo ed alcolismo anche se l’atmosfera non è certamente da film impegnato e segue il solito schema del genere che vede i protagonisti in una situazione difficile, rinascita, ricaduta nella tristezza e scontato happy ending finale. Il biliardo è lo sport protagonista nella sua variante Palla 9 che pare essere il gioco più popolare in Taiwan. I fan della disciplina potranno godersi molti tiri spettacolari aiutati talvolta da un po’ di CGI comunque convincente ed anche molti campioni della disciplina avranno delle parti più o meno grandi e se volete googlearli sono gli ultimi nomi nella scheda qui sopra. Altro membro del cast degno di nota è Shang-Yi Wen, meglio conosciuto come Monster Wen cantante della band Taiwanese Mayday, qui al suo esordio cinematografico se non contiamo un concerto in 3D della band nel periodo folle in cui anche Justin Bieber, Katy Perry, Ligabue, U2 e Metallica andavano in sala con concerti in 3D. Ma dopo tutte queste informazioni inutili sul cast alla fine com’è il film? Insomma, niente di speciale ma nemmeno orribile. Se vi sentite in vena di buoni sentimenti ma non volete guardarvi una roba troppo zuccherosa e non troppo complicata questo potrebbe fare al caso vostro. Non vi piace il biliardo? Fa niente, sostituitelo mentalmente con un qualsiasi altro sport individuale a vostra scelta ed il risultato sarebbe più o meno lo stesso. Vi piace il biliardo? Difficilmente la trama diretta e prevedibile riuscirà a distrarvi dai tiri coreografati dei nostri protagonisti e dei vari campioni.

Un film facile da guardare, senza grossi difetti o pregi. Difficilmente lo vedrete su Raidue in una mattina estiva ma dovesse succedere il miracolo o riuscite a recuperarlo dategli una chance. Volevo fare una battuta sul titolo ma niente, non mi viene.
Scrivetela nei commenti se volete.

Titolo Originale: Snakehead Terror
Nazione: USA
Durata: 87 minuti
Regia: Paul Ziller
Anno: 2004
Cast: Alistair Abell, Carol Alt, Bruce Boxleitner, Brenda Campbell, Doug Abrahams, Ryan McDonell, Juliana Wimbles, Juliana Wimbles, Gary Jones, Don MacKay

Trama:

Il pesce Testa di Serpente è una specie invasiva originaria dell’Asia si sta diffondendo in nord America. In un lago nel Maryland questo pesce viene eradicato utilizzando rilasciando del veleno in acqua uccidendo però anche gran parte dei pesci autoctoni mettendo così in crisi la popolazione di una piccola cittadina. Con il passare degli anni le cose sembrano migliorare fino a quando però non iniziano a comparire dei misteriosi attacchi da parte di creature acquatiche…

Secondo me:

Come sapranno i miei più assidui lettori, i film con creature acquatiche sono il mio genere preferito in assoluto. Non mi importa quanto siano fatti male o quanti cliché tipici del genere abbiano, anzi più sono banali e scontati è meglio è. So benissimo di avere un problema ma non posso permettermi di andare in terapia al momento e quindi dovrò convivere con questo problema. Era però da Sangue Negli Abissi che non ne vedevo uno e, quando sul gruppo facebook Europa Unita nel Trash una ragazza ha segnalato questo film in programmazione su Italia 2, non sono riuscito a resistere oltre.
Il film inizia subito benissimo con la morte di un uomo e del suo cane nei primissimi minuti e con l’immediata presentazione dello sceriffo protagonista del film e della sua figliola fidanzata con il classico ragazzaccio malvisto dal padre. Le banalità non finiscono qui dato che presto arriverà il classico party dei teenager che contribuirà a sfamare i pesci e, col ritrovamento dei cadaveri, ci si inizierà a chiedere cosa stia uccidendo gli sventurati bagnanti. Un contributo determinante alle indagini arriverà dalla classica biologa figa venuta da fuori che qui è interpretata nientemeno che da Carol Alt. Con l’aumento del numero dei morti poi arriverà anche l’immancabile scontro con le autorità per chiudere il lago, e tutto questo capolavoro di banalità arriverà solamente in 20 minuti scarsi! A questo punto ero già estasiato e felice ma il meglio doveva ancora venire.
La scena madre è legata ai teenager che decidono di andare a pesca per vendicare i ragazzi morti precedentemente e, durante un inseguimento, si scontano con una barca di cacciatori. I minuti che seguiranno sono davvero meravigliosi! Arrivano decine di pesci che, colpendo le barche, faranno cadere gente in acqua. Per salvarli i nostri eroi inizieranno a sparare un po’ a cazzo e ad un certo punto una pallottola scatenerà un’esplosione, mentre un’altra barca rischierà di affondare. Tutto mentre le ragazzine urlano ed i pesci cercano di azzannare qualsiasi cosa si muova. Una scena assolutamente da vedere! Il delirio non si limita alle sole scene in acqua dato che la specie di pesci scelta per il film riesce a sopravvivere anche in superficie ed addirittura a muoversi. Qua però vengono trattati più o meno come coccodrilli e addirittura riusciranno a portare avanti un vero e proprio assedio ad una casetta di legno su un’isola! Meravigliosa è anche l’arma senza senso tirata fuori dal cilindro dalla biologa e che risulta quantomeno fuoriluogo sia per la sua stessa esistenza che per il fatto che il suo personaggio porti con se una cosa simile.

Insomma il film per me è stato uno spasso. E’ bello? Forse no, ma io ho un problema. Aiutatemi!
Se volete mentre scrivo il DVD è in vendita a 96 centesimi. Lasciarselo scappare a questo prezzo sarebbe un crimine!

Titolo Originale: เกมปลุกผี, Game pluk phi
Nazione: Thailandia
Durata: 93 minuti
Regia: Tiwa Moeithaisong
Anno: 2014
Cast: Hataichat Eurkittiroj, Yayaying Rhatha Phongam, Chinnapat Kitichaivaranggoon, Namo Tongkumnerd, Namo Tongkumnerd, Timethai Plangsilp

Trama:

Tor è uno dei ragazzi più brillanti della scuola ma spezza il cuore di Bee che per vendicarsi chiede aiuto a Ton, fratello di Tor, ed al suo amico Jack che fanno dei video online assieme. I tre portano Tor in un cimitero con l’intenzione di fargli riesumare un cadavere e costringerlo ad ammanettarsi ad esso mentre viene ripreso con uno smartphone. Durante le operazioni di scavo, l’avidità di uno dei protagonisti porterà i fratelli Ton e Tor a vivere in un incubo mentre Jack e Bee scompaiono.

Secondo me:

Solitamente quando ho voglia di vedere un horror vado a colpo sicuro mettendo un film a caso Thailandese e non ne resto quasi mai deluso. Quasi. Guardando questo Ghost Coins ho avuto la sensazione che la sceneggiatura sia stata riscritta 3 o 4 volte magari con le riprese già in corso e montato in fretta e furia da uno stagista sottopagato ubriaco. Già nei primi minuti il film da la sensazione di essere un prodotto raffazzonato, faccio un solo esempio giusto per far capire la qualità del film senza andare a spoilerare troppo: viene mostrata la realizzazione di un video che il duo Jack e Ton che vincono il Jackpot ad una slot machine e, mentre Ton cerca di raccogliere una monetina finita dietro la macchinetta viene misteriosamente ammanettato. Jack ride e balla e gli preannuncia che ha un’idea per un nuovo video che gli farà aumentare vertiginosamente le visualizzazioni.
Adesso in questa scenetta di pochi secondi ci sono almeno 3 grossi problemi:

1) Ton viene ammanettato da una mano misteriosa e non si capisce a chi appartenga e come diavolo faccia ad esserci qualcuno dietro la macchinetta dato che questa sembrerebbe attaccata al muro;

2) Se era tutto pianificato da Jack, come fa questo ad essere sicuro che una monetina sarebbe finita dietro la macchinetta e che Ton andrà a raccoglierla con il braccio;

3) Se era tutto pianificato per fare un video da postare in rete perché Jack, che sta riprendendo, invece di inquadrare Ton balla come un cretino con il telefono che riprende da tutt’altra parte per poi zoommare sul volte dell’amico a spavento avvenuto?

Il film è pieno di piccole e grandi incongruenze e stupidità anche più gravi di quella appena descritta e addirittura non si capisce se la moneta del titolo sia davvero la causa scatenante che fa si che i nostri protagonisti vengano perseguitati dato che la foresta sembra nascondere qualcosa di misterioso anche prima della profanazione della tomba. E poi comunque anche la premessa è stupida dato che i ragazzi decidono di riprendersi mentre commettono un crimine. Che questo film sia stato fonte d’ispirazione per Logan Paul e il suo video nella foresta dei suicidi?
Se il film facesse almeno seriamente paura i macroscopici problemi di sceneggiatura passerebbero in secondo piano ma invece abbiamo solo una manciata di scenette riuscite ed alla fine della fiera la noia prevale decisamente sull’inquietudine anche perché ad un certo punto assisteremo ad una lunga e tediosa soap opera nera che renderà davvero ardua l’impresa di arrivare alla fine del film. I più temerari però verranno ricompensati con una semplice frase totalmente fuoriluogo che ancora una volta vi farà pensare che lo sceneggiatore (che dovrebbe essere lo stesso regista) abbia dimenticato di prendere i suoi psicofarmaci durante la produzione di questa roba.
Curiosità: l’attrice Yayaying Rhatha Phongam era nel cast di Solo Dio Perdona di Nicholas Winding Refn, Protector 2 di Tony Jaa e anche di Mechanic: Resurrection con Jason Statham.

Un horror che non fa onore alla lunga tradizione Thailandese del genere. Sul sito ci sono prodotti decisamente migliori come Take me Home e sopratutto Pee Mak che meritano davvero di essere visti.

Titolo Originale: 请叫我救世主
Nazione: Cina
Durata: 85 minuti
Regia: Du Jingfeng
Anno: 2017
Cast: Zhang Yuxuan, Sun Shuang, Zheng Wang Marsh, Ke Wenkang

Trama:

Liu Shen è un disegnatore di manga che sogna di pubblicare i suoi fumetti ma che invece si ritrova spesso a fare da assistente per colleghi già affermati. La sua relazione soffre di questa situazione, ma il mondo di Liu Shen viene sconvolto dalla battaglia tra un essere di luce chiamato apostolo ed un robot guidato da Shao Jin, amica di infanzia di Liu Shen. La ragazza ha la peggio e, sul punto di morte, inietta una sostanza nel braccio del nostro protagonista che si ritroverà catapultato nel suo passato dove rivivrà il periodo scolastico ma con la consapevolezza dell’età adulta. Questa sua avventura lo porterà anche a scoprire un segreto della sua amica Shao Jin ed a cambiare il futuro del suo compagno di banco.

Secondo me:

Anni ed anni fa ero iscritto ad una piattaforma ormai defunta nella quale gli utenti che scrivevano su un blog personale ricevevano in cambio dei punti convertibili in oggetti. E visto che nessuno leggeva quegli articoli potevo scrivere un po’ quello che volevo e, dato che quello era il periodo della mia vita nel quale ero appassionato di Cina, decisi di mettermi a parlare del boxoffice cinese e del marketing legato al cinema nel Paese asiatico. Faccio questa premessa perché Call me Savior sarebbe un perfetto per quel blog, dato che in realtà è un prodotto che fa parte della campagna pubblicitaria per il lancio di un gioco di Evangelion per smartphone esclusivo per il territorio cinese!
Io però, come spesso faccio, l’ho iniziato a guardare totalmente a scatola chiusa ed ho scoperto i retroscena legati al marketing dopo i titoli di coda, quando mi sono messo alla ricerca di qualche chiarimento sul prodotto che viene mostrato solamente nel finale. Essendo infatti Evangelion uno degli anime che ha segnato la mia adolescenza, ritrovarmi lì delle immagini di questo gioco totalmente a sorpresa è stato un colpo al cuore. Guardando il film non mi era venuto in mente che potesse nascondere un’operazione di marketing tale, nonostante le prime scene rimandino molto ad Evangelion con la battaglia tra l’apostolo ed il robot (con una CGI imbarazzante). Camuffano però la cosa buttando dentro una spudorata copia dell’inizio di I Am a Hero, altro manga giapponese del quale esiste un consigliatissimo live action e trasformando successivamente il film in una banale teen comedy scolastica con una storiella romantica, un po’ di malavita e qualche nuovo risvolto fantascientifico nella mezz’ora finale. Tolto comunque il lato commerciale, dal punto di vista artistico rimane abbastanza poco. Il film è noioso e le vicende di Liu Shen in passato non sono altro che una sequenza di scene di rivincita degli sfigati sui bulli e di miglioramento delle scelte fatte in passato. L’inserimento delle doti sovrannaturali di Shao Jin sembra poi non amalgamarsi nel film e va solo a disorientare lo spettatore che nel finale si ritrova con una trama inutilmente intrecciata che finisce in maniera banale per poi tornare alla fase rivincita dei nerd.

Insomma il film è brutto e noioso ma sicuramente interessante per quei pochi pazzi che amano anche approfondire le questioni noiose del cinema quali marketing e analisi di mercato. Se invece siete entrati su questo sito solo per scaricare il gioco di Evangelion eccovi il link al sito ufficiale. Ed eccovi anche un link amazon per un buon dizionario di cinese!

Titolo Originale: Dizlayk
Nazione: Russia
Durata: 88 minuti
Regia: Pavel Ruminov
Anno: 2017
Cast: Anastasiya Akatova, Oleg Gaas, Evgeniy Dakot, Diana Melison, Nikita Moskovoy, Aleksandr Panin, Mariya Vey

Trama:

Otto tra le più famose web star russe vengono invitate da uno sponsor a passare una notte in una casa per girare poi un video promozionale dell’evento. Sembra un lavoretto semplice e ben retribuito ma l’atmosfera nella casa si rivela esser subito tesa. Molti dei protagonisti si  odiano ma il vero problema è che alla fine l’invito si rivelerà una trappola mortale e i nostri vlogger dovranno lottare per sopravvivere…

Secondo me:

L’anno è appena iniziato e se il buongiorno si vede dal mattino per me questo 2018 sarà un anno di merda, almeno per quel che riguarda i film. Sarà che non seguire vlogger e youtuber vari ed avere 30 anni mi rendono assolutamente fuori dal target. Ma alla fine riesco spesso a divertirmi guardano film per ragazzini e quindi o sono maturato di colpo nell’ultima settimana o questo film è girato veramente a cazzo.
Iniziamo col dire che credo sia il film con la gestione dei tempi peggiore che si sia mai vista.
Dopo una intro che, tramite il video di un vlogger, ci presenta la principale protagonista ed il suo collaboratore-stalker tramite, il film ha la brillante idea di presentarci anche tutti i protagonisti tramite un “ironico” video di un altro dei nostri cari vlogger. Insomma un quarto d’ora circa di imbarazzante spiegone su chi sono questi, che poteva e doveva essere sostituito da più scene nella casa che ci rivelassero le otto personalità e li intrecci tra i protagonisti. E invece, arrivati nella casa, i ragazzi iniziano solo a battibeccare per motivi davvero ridicoli e flirtare blandamente. Dopo i pochi minuti dedicati alla costruzione dei personaggi e degli intrecci emotivi, si passa immediatamente alla fase “survival game” dove, dopo una prima morte davvero imbarazzante per costruzione, i nostri dovranno dire alla misteriosa voce che gestisce il macabro gioco, chi sarebbe quello che li sta uccidendo o morire per mano di un uomo incappucciato. Che insomma 7 contro 1 potrebbero anche cercare di affrontarlo. E invece i nostri eroi decidono, il più delle volte, di stare al gioco o delirare e velocemente muoiono uno dopo l’altro in maniera solitamente indecorosa. Tra un decesso e l’altro c’è anche il tempo di una insensata fase romantica ed un combattimento a colpi di selfie stick e smartphonate in testa. Ma anche la fase centrale dura piuttosto poco per dare spazio ad un finale inutilmente prolisso e condito ancora da un altro spiegone che ci svela il “sorprendente” piano malefico dell’assassino. Capire chi ha organizzato materialmente l’evento è semplicissimo ma il film è molto infantile anche in questo dato che cercherà di indicare una pista alternativa per poi tornare sui suoi passi e svelare quello che era scontato sin dall’inizio. Poi però che gli sceneggiatori (tra cui anche il regista) si siano vergognati della banalità della soluzione ed aggiunge un nuovo livello di pianificazione al film elevando il film a capolavoro. No scherzo, resta una merda e la spiegazione del piano malefico dura troppo ed è anche incoerente con alcune scene proposte pochi minuti prima! Magari gli ultimi 30 secondi sono carini, ma il resto è vera spazzatura.

Dislike è u film indecente che magari può interessare a chi segue i vlogger di youtube o crede che tra queste web star si nasconda il nuovo Messia. Ma se proprio volete un survival game russo quantomeno dignitoso vi rimando a Mafia: Survival Game.

Titolo Originale: สุขสันต์วันกลับบ้าน
Nazione: Thailandia
Durata: 94 minuti
Regia: Kongkiat Khomsiri
Anno: 2016
Cast: Mario Maurer, Wannarot Sonthichai, Noppachai Chaiyanam, Djuangjai Hirunsri, Nabhada Sukhakrit

Trama:

Tan ha perso la memoria dopo un incidente e per una decina d’anni, dall’ospedale che lo ospita, ogni giorno cerca informazioni su di se su internet cercando di capire chi è e trovare la sua famiglia. Una notte, mentre è davanti al computer, si sente chiamare da una misteriosa voce femminile e da una stampante viene fuori un articolo che sembra riguardarlo. Tan, per nulla scosso dai misteriosi avvenimenti decide di seguire quella pista e si dirige dalla famiglia indicata nella stampa dove incontrerà sua sorella gemella Tubtim e la sua famiglia. L’atmosfera in casa però sembra un po’ strana e presto Tan scoprirà il perché…

Secondo me:

Dopo mesi e mesi di inattività torniamo alla grande con un film che interesserà solo me ed altre due persone in Italia. Questo Take me Home è l’ultimo film che vede protagonista il teen Idol thailandese Mario Maurer già visto ed apprezzato in Pee Mak. Oltre a condividere l’attore protagonista, i due film hanno in comune anche il tema principale dato che entrambi i film sono horror con fantasmi.
Take me Home però parte decisamente male.
Il protagonista è imperturbabile e non ha quasi reazione davanti a luci intermittenti, strane voci ed una stampante che si attiva da sola. Anche al suo arrivo in casa i componenti della famiglia non sembrano reagire in maniera consona alla situazione ma lui non batte ciglio. L’atmosfera generale del film è quella di un prodotto mediocre con l’atmosfera fatta di musiche in crescendo in corrispondenza di jumpscare scadenti. Insomma ero abbastanza deluso almeno fino all’inizio delle vere e proprie manifestazioni violente dei fantasmi. Più o meno a metà film arriva però arriva un colpo di scena che ha dato una svolta non da poco che ha innalzato notevolmente il mio indice di gradimento! Da qui in poi il nostro protagonista scoprirà pian piano la storia della casa e della sua famiglia attraverso ricordi e visioni, inframezzate ovviamente da scene inquietanti ben più riuscite di quelle iniziali. Seguire la storia non sarà affatto facile data la continua alternanza delle scene anche in ordine non sempre cronologicamente coerente, ma la confusione dello spettatore viene ripagata dallo splendido intrattenimento che il film riesce regalare costruendo pian piano un puzzle i cui pezzi tornano perfettamente in posizione. Insomma, se all’inizio stavo per cambiare film, alla fine invece il film mi conferma nuovamente che il posto dove fanno gli horror migliori è la Thailandia.

Un horror a due facce, con una prima parte non esaltante ed una seconda semplicemente esplosiva.

Titolo Originale: Bloody Crayons
Nazione: Filippine
Durata: 109 minuti
Regia: Topel Lee
Anno: 2017
Cast: Janella Salvador, Jane Oineza, Khalil Ramos, Sofia Andres, Ronnie Alonte, Maris Racal, Diego Loyzaga, Yves Flores, Empoy Marquez

Trama:

Un gruppo di amici decide di girare un cortometraggio su un’isola nella quale c’è una villa appartenente alla famiglia di una ragazza della comitiva, momentaneamente abitata solo dal custode. Incomprensioni, tradimenti e litigi andranno a rovinare l’atmosfera ma il gruppo si ricompatterà per giocare alla versione filippina di Obbligo o Verità, che però porterà ad una strana morte. E sarà solo la prima di una lunga serie…

 

Secondo me:

Wattpad è una community di scrittori nella quale chiunque può postare racconti e storie e che sembra spopolare nelle Filippine. Qui infatti, il canale TV 5, ha creato una serie tv chiamata Wattpad Presents che ha adattato per il piccolo schermo diversi racconti tratti dal sito riscontrando un grosso successo. Bloody Crayons dovrebbe invece essere il primo lungometraggio per il cinema prodotto nel Paese Asiatico ad essere tratto da un racconto postato sul sito. La serie tv si focalizza principalmente su storie romantiche e commedie rosa ed anche Bloody Crayons presenta un qualche intreccio sentimentale tra i personaggi. Ma è principalmente un thriller horror abbastanza mediocre e tutto sommato godibile.
Dopo una prima scenetta horror introduttiva, il film prende una bruttissima piega e diventa una specie di Temptation Island filippino. I bellissimi protagonisti sono tutti degli idoli dei teenager ed il cast è senza dubbio un fattore sul quale i produttori hanno puntato moltissimo. Emblematica è la scena dei ragazzi che, appena arrivati sull’isola, si spogliano al rallentatore per andare a fare il bagno rivelando costumi e forme che faranno felici felici i giovani spettatori brufolosi e pieni di ormoni. Oltre ai bellissimi vi è poi il simpatico umorista bruttino e sfigato ma sempre con la battuta pronta.
Se i primi 10-15 minuti sembrano il video di un prediciottesimo, successivamente abbiamo intrecci amorosi e tradimenti degni della miglior soap brasiliana che però porteranno alla fatidica partita a Crayons che segnerà la svolta del film. Da qui in avanti i nostri protagonisti inizieranno a morire uno dopo l’altro come nel più accademico degli slasher. In questa fase, tra alti e bassi, il film cerca di redimersi provando anche a giocare con lo spettatore, lanciando qualche falsa pista su chi possa essere l’assassino. Neanche questa fase ha difetti ed anzi sono davvero poche le scene davvero cariche di tensione e credibili, ma almeno ci si diverte. Il finale non è certamente dei migliori ma, vista anche la mediocrità del film, ci può stare.

Un horror slasher mediocre con il meglio dei teen idol filippini, un sacco di chiacchiere che non ascolterete e qualche sporadica buona idea. Io l’ho visto con gusto ma se cercate qualcosa di originale questo non fa per voi. Magari se cercate film horror tratti da giochi popolari potreste dare un’occhiata al russo Mafia: Survival Game

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