Jo-yong-han Se-sang

Titolo Originale: Jo-yong-han Se-sang; 조용한 세상
Nazione: Corea del Sud
Durata: 107 minuti
Regia: Jo Ui-Seok
Anno: 2006
Cast: Han Bo-bae, Ham Eun-jeong, Kim Sang-kyung, Park Yong-woo, Oh Jeong-se, Jeong Gyu-su, Lee Jong-su

Trama:

Un serial killer rapisce e uccide delle bambine orfane lasciando i loro cadaveri con dei bei vestitini addosso e delle strane bambole sulla scena del crimine. Ad indagare su questi terribili omicidi c’è il detective Kim che sospetta del fotografo Ryu, appena rientrato dagli USA, al quale viene affidata temporaneamente Su Yeon, bambina orfana che potrebbe rientrare perfettamente nel target dell’assassino. Ryu sembrerebbe anche manifestare delle capacità sovrannaturali e degli incontri apparentemente casuali con il detective alimentano i suoi sospetti…

Secondo me:

Era ormai da troppo tempo che non parlavo della Corea del Sud, il posto nel quale vengono prodotti i migliori film al mondo, secondo il mio modesto parere (ma anche loro fanno le loro belle troiate, presto ne parleremo). Torniamo a parlare di questo Paese con un lavoro non certo perfetto e che non rimarrà sicuramente nella storia ma che rimane comunque bello solido, ben strutturato con dei buoni colpi di scena e dei bei momenti intensi. The World of Silence è un thriller psicologico-drammatico con un pizzico di sovrannaturale e con tanti temi dentro che avrebbero potuto renderlo un minestrone insipido mentre invece si rivela essere un film parecchio gustoso anche se personalmente dopo averlo visto sono rimasto un pò male. Sarebbe potuto essere un capolavoro mentrre invece fa solo un ottimo lavoro nell’appassionare, sorprendere e anche commuovere ma manca qualcosa. Resta comunque un prodotto con una confezione ottima, degli attori perfetti (come praticamente ogni film coreano) e anche una bella fotografia e regia che alterna continuamente momenti da thriller non troppo adrenalinico a quelli più drammatici ma non troppo strappalacrime. Il film si basa su due elementi principali: il confronto tra il detective Kim e il fotografo Ryu e il rapporto tra questo e la bambina che gli vinene inaspettatamente affidata. Una cosa che un pò non mi è piaciuta è il poco approfondimento dei personaggi: di Kim non sappiamo praticamente nulla, solo che è uno stimato detective un pò sfaticato, mentre di Ryu sappiamo giusto che è un famoso fotografo, anche se poi qualche altra cosa salterà fuori su quest’ultimo, ma troppo poco. L’unica cosa che ci avvicina ai personaggi sono le ottime prove attoriali dei due (personalmente ho preferito  Park Yong-Woo/ Kim a Sang-Kyung Kim/ Ryu. Bravissima anche Han bo-bae)
Per i film incentrati sulla caccia agli assassini uno dei primi indicatori di qualità è la prevedibilità: insomma se si capisce chi è responsabile degli omicidi. Qui ci si può arrivare ma anche questo fa capire l’atipicità del film: non è questo il punto, oltre all’assassino c’è dell’altro…
Si poteva anche calcare la mano su qualche tema pesante che invece rimane lì sullo sfondo. Non posso elencarli o rivelerei troppe cose, e un thriller va visto con meno elementi possibili.

Per me un film sopra la media e che lascia anche qualcosa. Non credo possa diventare il film preferito di nessuno, ma resta un ottimo prodotto.

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