Titolo Originale: Open Water 2: Adrift
Nazione: USA
Durata: 94 minuti
Regia: Hans Horn
Anno: 2006
Cast: Susan May Pratt, Richard Speight Jr., Niklaus Lange, Ali Hillis, Cameron Richardson, Eric Dane, Christine Spasojevic

Trama:

Un gruppo di amici viene invitato da Zach a festeggiare il suo compleanno su uno yachts. Tra di loro ci sono Amy e James, marito e moglie, e la loro piccola figlia Sara. Amy ha da sempre paura dell’acqua e per questo indossa un giubbino di salvataggio. I ragazzi decidono di fare un bagno e Amy resta sulla barca assieme alla figlia e Zach. Quest’ultimo però deciderà di buttarsi in acqua trascinando con sè la ragazza. Tutti sono in acqua ma c’è un problemino: non c’è modo di risalire sulla barca…

Secondo me:

In estate mediaset regala sempre degli stupendi ed inutili film. Oggi è toccato a questo qui.
Nel 2003 venne girato il primo Open Water che con un budget risicatissimo (imdb dice 500,000 mila $) riuscì ad incassare oltre 50 milioni di dollari nel mondo. Io non l’ho visto ma sembra che sia anche un film gradevole e così i tedeschi hanno deciso di farne una specie di sequel. I due film non sono assolutamente collegati quindi se proprio vi và potreste anche guardare questo senza sapere nulla dell’originale, anche se significherebbe buttare un’oretta e mezza di vita.
Come il primo Open Water anche questo si ispira ad un fatto di cronaca con gente che rimane bloccata in mare. Certo però che ci rimangono davvero per un motivo idiota! In pratica si buttano tutti in acqua dimenticandosi di aprire le scalette per la risalita…
Dopo un brutto filmato introduttivo c’è la classica sequenza di presentazione dei personaggi e dell’ambientazione. I primi 15 minuti circa scorrono lisci e promettono anche bene per un film senza grosse pretese come questo grazie a qualche frase scherzosa, la birra, la torta con le tette…
Da quando invece l’azione si sposta in acqua ci si inizia ad annoiare. Già la scena in cui la povera Amy è lanciata in acqua è brutta con rallenty, suoni alterati e effetti confusione quantomeno fastidiosi. Poi iniziano i goffi tentativi per cercare di risalire in barca (ne dico solo uno: creano una corda con i costumi e ci fanno salire un belloccio palestrato invece di una leggiadra fanciulla. Risultato la corda si spezza) conditi dalle urla e i lamenti dell’oca di turno. Ci si aspetta di essere coinvolti dalla situazione, di immedesimarsi nei poveri protagonisti come ad esempio mi è successo guardando Frozen, invece purtroppo ciò non succede. Qualche personaggio inizia a morire e ferirsi (in maniera goffa anche questi) ma la musica non cambia. Alla prima goccia di sangue credevo potessero arrivare degli squali ma invece niente, neanche un’acciuga.
Il finale poi è abbastanza un mistero e sembra quasi un misto di due possibili finali montati assieme…

Credo che se non ci fossero state le pubblicità di mezzo mi sarei addormentato guardando questo film. Decisamente sconsigliato!

2 Responses to “Alla Deriva – Adrift”

  1. Non voglio fare il polemico, ma probabilemente la pochezza di eventi “eclatanti” è data dal fatto che è ispirato ad una storia vera in cui PER DAVVERO (può sembrare assurdo ma è così) un gruppo di dementi è morto per la banale stupidaggine di non abbassare la scaletta (per chi non ci crede, vi invito ad andare in amre aperto con una barca abb. grande da avere le murate alte come quella del film e a provare ad arrampicarsi…). Dal punto di vista puramente cinematografico invece (inquadrature, scelte del regista, etc..) concordo con la recensione, ovvero il film è abbastanza insulso. Solo che non è colpa della trama 😉

    • si, sapevo fosse ispirato ad una storia vera e mi spiace per quei poveri ragazzi. Però capisci che se uno vuole fare un film dovrebbe cercare una qualche storia vagamente interessante che possa almeno un pochettino catturare l’attenzione di chi guarda. Qui non c’è nulla di vagamente cinematografico. Anche qualche vaccata inventata di sana pianta ci sarebbe stata bene, che sò, un’orca assassina, un’esplosione immotivata, una guerra nucleare, un tornado, contrabbandieri, gli alieni…

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