silent night deadly night 4

Titolo Originale: Silent Night, Deadly Night 4: Initiation
Nazione: USA
Durata: 86 minuti
Regia: Brian Yuzna
Anno: 1990
Cast: Clint Howard, Neith Hunter, Marjean Holden, Tommy Hinkley, Reggie Bannister, Allyce Beasley, Maud Adams

Trama:

Kim lavora ad un giornale ma con un ruolo molto marginale. Sogna di fare la reporter e, contro il parere del proprio capo, si mette ad indagare sulla strana morte di una ragazza che sembra aver preso fuoco per autocombustione e poi è caduta da un palazzo. Durante le sue indagini entra in una libreria per acquistare un libro sull’autocombistione e fa amicizia con la proprietaria del negozio Fima, che regala a Kim anche un libro dal titolo “Initiation of the Virgin Goddess” e inviterà la ragazza ad un pic-nic tra donne. Da quel giorno la vita di Kim cambierà radicalmente.

Secondo me:

Questo quarto capitolo della saga di Silent Night, Deadly Night non c’entra assolutamente nulla con gli altri film. La storia della famiglia Chapman è finita con il film precedente e anche nel terzo episodio la scelta di ripescare Ricky come assassino era quantomeno discutibile. Qui però non c’è assolutamente nessuna connessione con gli altri film, se non in una breve scena nella quale in una tv vengono mostrate alcune immagini di Silent Night, Deadly Night 3 (scena che richiama anche il secondo film, nel quale Ricky porta una ragazza al cinema a vedere un film con un babbo natale assassino).
Qua si parla invece di una setta di femministe incazzate con qualche potere magico (forse), allucinazioni, insetti giganti e autocombustione. Un bel calderone di stupidaggini per un film che poteva essere l’esempio del film trash e invece è solamente un piccolo horror brutto ma non troppo. Nessun pazzo che va in giro ad uccidere gente ma delle femministe che cercano di far diventare Kim una di loro eseguendo il rituale di iniziazione che da origine al titolo.
Chiarito quindi che questo film non ha nulla a che spartire con i precedenti passiamo un attimo all’analisi del film. In cabina di regia questa volta c’è Brian Yuzna, una legenda del cinema indipendente horror americano, famoso per film come Re-Animator 2 e 3 e Society. Questo quarto capitolo di Silent Night, Deadly Night però non è certo tra i suoi lavori più memorabili, anche se in fin dei conti non è nemmeno poi tanto brutto come film.
Nonostante la storia sia terribile ed inutilmente ingarbugliata, tra un’allucinazione e l’altra, qualche insetto gigante ed un bel po’ di puttanate, il film si lascia quasi guardare. Scrivo quasi perché comunque personalmente ho dovuto lottare duramente con le mie palpebre per arrivare alla fine, ma almeno non l’ho dovuto vedere in due parti come accaduto con il terzo. Si fosse chiamato in un altro modo però sarei stato più felice perché questo film di Silent Night, Deadly Night non ha proprio nulla! Come succede spesso con le saghe horror storiche quindi questo è un film low budget destinato all’home video ma a differenza di un Hellraiser 6 o un Venerdì 13 parte VII (i numeri sono del tutto casuali) questo non ha nulla a che fare con i predecessori e potrebbe tranquillamente essere considerato un film a parte.
Ho apprezzato più questo film qua rispetto a Silent Night, Deadly Night 3 ma è un pò come scegliere di bere latte scaduto da 1 settimana (questo) o da 3 settimane (il terzo). Resta quindi un trituramento di coglioni che si dimentica in un paio d’ore (a meno che non siate Yuzna-feticisti) con qualche alto dovuto principalmente ai viscidi vermoni o ad una particolare scena di uno scarafaggio gigante che entra nell’inquadratura in maniera discreta, nemmeno fosse un tecnico che entra in campo durante le riprese.

Nella mia personale classifica di gradimento della serie Silent Night, Deadly Night questo si mette sul gradino più basso del podio scavalcando il terzo episodio. Resta comunque da capire per quale cavolo di motivo faccia parte di questa saga. ($$$)

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