Lug
Titolo Originale: Plan 9
Nazione: USA
Durata: 103 minuti
Regia: John Johnson
Anno: 2015
Cast: Brian Krause, Sara Eshleman, Mister Lobo (Eric Lobo), Amy Hart, Conrad Brooks, Monique Dupree, James Rolfe, Matthew Ewald, John Johnson, Matt Sloan, Aaron Yonda
Trama:
Nella piccola cittadina di Nilbog cade un meteorite e dopo questo evento, che passa inosservato ai più, i morti iniziano a svegliarsi ed uccidere i vivi. Un gruppo di abitanti comuni, assieme alle locali forze dell’ordine, si troveranno a combattere questi zombie e scopriranno che dietro a questo strano avvenimento c’è un grosso piano di conquista della Terra orchestrato da qualcuno che non è di questo mondo…
Secondo me:
Forse uno dei film che mi fece appassionare al cinema un po’ più nascosto fu quello che secondo me è il capolavoro di Tim Burton, ovvero Ed Wood. Quel film raccontava la storia di un sognatore che voleva diventare un regista di successo come il suo mito Orson Welles ma fallì miseramente e produsse solo un sacco di film discutibili e poverissimi.
Tra i film girati da Ed Wood c’è Plan 9 From Outer Space, che nel retro della copertina del DVD in mio possesso (pagato 1£ anni e anni fa), viene definito più o meno così:
“Un film che combina il meglio dell’horror e della fantascienza, (…) La presenza di Bela Lugosi e Vampyra e agli effetti speciali indimenticabili ne fanno un film da non perdere e un cult imperdibile.”
Anche se forse un po’ enfatizzata questa descrizione alla fine si rivela piuttosto realistica. Oddio, per essere proprio onesti avrebbero dovuto eliminare la parola “meglio” davanti ad horror e fantascienza mentre, per quel che riguarda la presenza di Bela Lugosi, avrebbero dovuto spiegare che è in scena per pochi secondi mentre per il resto del film è sostituito da un tipo che nasconde il volto dietro ad un mantello. Nulla da dire sugli effetti speciali che sono sicuramente indimenticabili, forse in senso negativo. Comunque un film che in fin dei conti io rivedo sempre molto affetto.
Ed Wood è viene spesso definito il peggior regista del mondo, definizione che non amo, ma che comunque l’ha consacrato a mito dei filmbruttisti come me e come il regista e produttori di questo remake/omaggio a Plan 9 From Outer Space.
Plan 9 è un film indipendente che ha avuto una produzione molto travagliato dato che venne annunciato nel 2009, ma vide la luce solamente nel 2015. Io stesso ero parecchio interessato al progetto all’inizio ma poi ne avevo perso le traccie e solo oggi, a tre anni dall’uscita, sono riuscito a mettere le mani sul film.
Plan 9 si rivela rivela essere un film di zombie piuttosto anonimo con i soliti sopravvissuti rinchiusi in un paio di strutture assediate. Siamo dalle parti della commedia zombesca nemmeno troppo divertente ma con degli spunti interessanti legati alle storie personali di alcuni personaggi che danno un minimo di profondità alla trama che poi nel finale si fa più interessante grazie alla presenza di militari e alieni che si affrontano nella cittadina di Nilbog, nome che è un chiaro omaggio a Troll 2 e che ancora una volta ci fa capire quanto siano filmbruttisti quelli dietro a questo film. Il confronto finale però non è molto esaltante e forse girato e montato in maniera un po’ confusa.
Il cast vede poi alcuni nomi interessanti come Conrad Brooks, attore presente sia nell’originale Plan 9 from Outher Space che in Ed Wood di Burton, Mister Lobo che è il presentatore di una trasmissione cinematografiaca cult americana che si chiama Cinema Insomnia, James Rolfe, meglio conosciuto su internet come l’Angry Video Game Nerd ed un altro paio di Youtuber che non conosco (Matt Sloan e Aaron Yonda).
Non era certamente facile fare qualcosa di decente partendo da Plan 9 From Outer Space e questo film ci riesce, anche se solo in parte. Dategli un’opportunità!
Lug
Titolo Originale: Neko atsume no ie; ねこあつめの家
Nazione: Giappone
Durata: 92 minuti
Regia: Masatoshi Kurakata
Anno: 2017
Cast: Atsushi Ito, Shiori Kutsuna, Tomorowo Taguchi, Tae Kimura, Masahiro Toda
Trama:
Sakamoto è uno scrittore che lavora ad un racconto a puntate pubblicato da una rivista che però riscuote solamente critiche negative e imbarazzanti recensioni online che feriscono molto l’autore. Per cercare di ravvivare l’interesse nel racconto, gli editori decidono che dovrà essere inserito uno zombie nella sua banale storia d’amore e Sakamoto, perplesso e sempre più in crisi creativa, decide di isolarsi in una casa di campagna per elaborare la storia. Qui però la sua vita cambierà grazie ad un branco di gatti randagi…
Secondo me:
Una volta si diceva che internet era un posto che serviva solo per il porno e per i video di gatti. Se il porno ancora se la passa bene, le mie ricerche di mercato dimostrano che i gatti ormai stanno diventando un po’ più di nicchia ma sotto sotto esistono ancora tantissime gattare che potrebbero portare innumerevoli click sul mio sito, come era già successo per Meow.
Il film di oggi un tie in di un videogioco per smartphone Neko Atsune che andava di moda qualche anno fa e che nel play store ha la seguente descrizione:
“Le lattine gatto di accattivante non cuscino Kafka! Di osservazione per raccogliere i gatti vagare il quartiere! ? Raccolta app cat “raccogliere cat””.
Capito no? Prima di scrivere questo articolo ho passato un paio di giorni sull’app nella quale, come si evince chiaramente dalla descrizione, quello che si deve fare è acquistare roba da piazzare in un cortile per vedere poi apparire nuovi gatti e fotografarli. Da un gioco così profondo era onestamente difficile tirare fuori un film insulso e noioso come questo qua. Siamo davanti ad un classico drammino giapponese con il solito protagonista maschile imbranato e incapace nel creare rapporti umani e che è sotto pressione per il lavoro.
La presenza di una bella editrice che va a visitarlo nella sua casa di campagna potrebbe far pensare alla più banale delle storie d’amore, ma il film ci sorprende proprio per la sua assenza. A pensarci bene però sarebbe stato molto strano che un gattaro maschio dalla personalità simile a quella del nostro protagonista possa essere interessato ad una donna.
Se però cercate del porno felino, ad un certo punto c’è un montaggio che pare infinito con gatti buffi che giocano o dormono mentre il nostro protagonista umano se la ride e fa bolle di sapone. Le referenze al gioco sono legate principalmente agli oggetti con i quali Sakamoto arreda il cortile e che acquista in un negozio che vende solamente roba per gatti gestito da una donna evidentemente psicopatica ma che alla fine è forse il personaggio più interessante del film.
Alla fine quel che penso di questo Cat Collection’s House è che si sono impegnati troppo per dare dignità ad un prodotto che doveva essere semplicemente un film del cazzo basato su un giochino del cazzo. Qua hanno provato a raccontare una storia che però risulta di una baniltià rara mentre avrebbero potuto buttarla in vacca facendo una commediola inutile ma quantomeno divertente.
Se siete dei gattari o gattare guardatevi Meow, che è sicuramente un prodotto più valido di questo. Sempre per la rubrica “FilmPerGattare” Abbiamo anche The Cat, che però è un horror anche un po’ noiosetto e Pussy Soup, forse il peggior film del Maestro Minoru Kawasaki.
Giu
Titolo Originale: Truth or Dare
Nazione: USA
Durata: 100 minuti
Regia: Jeff Wadlow
Anno: 2018
Cast: Lucy Hale, Tyler Posey, Violett Beane, Brady Smith, Sam Lerner, Landon Liboiron, Sophia Taylor Ali, Aurora Perrineau, Hayden Szeto, Lisa Catara
Trama:
Un gruppo di amici decide di passare l’ultimo Spring Break assieme in Messico. In un locale Olivia, youtuber e ragazza impegnata nel sociale, incontra Carter che convince tutto il gruppo a giocare ad Obbligo o Verità ed al del quale rivela ad Olivia che da quel momento dovranno eseguire tutti compiti che gli verranno assegnati loro o moriranno. Appena tornati dalla vacanza scopriranno che quanto detto da Carter si rivela terribilmente vero e dovranno vedersela anche con nuove tensioni e gelosie oltre che lottare per la loro vita.
Secondo me:
Per qualche strano motivo l’estate è quel periodo dell’anno magico nel quale anche l’horror più becero e inutile può trovare il suo spazio in sala. Mentre scrivo è infatti in uscita questo film che, come si evince dal titolo, è basato nientemeno che su un pruriginoso gioco adolescenziale ed è incredibilmente la seconda volta che parliamo di Obbligo o Verità qui su FilmPerPochi. Pochi mesi fa mi era capitato tra le mani Bloody Crayons, film filippino basato sulla versione locale del gioco che mi aveva divertito sicuramente più di questo.
Paradossalmente uno dei principali difetti di questo film è la voglia di voler aggiungere un po’ di profondità ai personaggi andando ad elevarli un po’ rispetto alla normale carne da macello che ci aspetteremmo da un film simile. Abbiamo quindi due migliori amiche, una delle quali orfana di padre, che finiranno per odiarsi durante tutto il film principalmente per gelosia, un asiatico gay con il padre poliziotto omofobo, un figlio di medico che prescrive farmaci a minorenni. Potrebbero essere tutti spunti interessanti, se stessimo guardando Sentieri. Purtroppo però in un horror tutte questi spunti vanno fanno un po’ a pugni con l’intrattenimento che deve anche arrendersi alle sequenze investigative guidate principalmente da Olivia che ad esempio, grazie a Facebook, rintraccia una partecipante ad un’altra partita di Obbligo o Verità ricercata per omicidio(!).
L’elenco delle cose che non funzionano nel film sono tante e vanno dalle morti praticamente sempre poco interessanti, al brutto sorriso dell’entità malvagia che compare troppo a caso, alle singole scene semplicemente ridicole ma anche che i tre sceneggiatori (3!) Jeff Wadlow (anche regista), Michael Reisz e Jillian Jacobs probabilmente sono astemi perché l’alcol non funziona come pensano loro.
Magari un pubblico giovane potrebbe ritrovarsi un po’ di più con i personaggi spesso alle prese con smartphone, youtube, snapchat e facebook, ma io non sono riuscito ad entrare in sintonia con nulla di quanto mostrato sullo schermo. O quasi: il finale mi ha sorpreso positivamente!
Insomma di horror lì fuori ce ne sono tantissimi ed i motivi per vedere questo sono davvero pochi.
Giu
Titolo Originale: 提着心,吊着胆
Nazione: Cina
Durata: 97 minuti
Regia: Li Yuhe
Anno: 2016
Cast: Suxi Ren, Chen Xixu, Gao Ye, Dong Bo, Lou Yunfei, Chen Chun-Sheng, Li Yu-He
Trama:
Yang Baiwan e sua moglie Ma Lilian gestiscono un piccolo motel con ristorante in una cittadina della Cina rurale. I due sono ai ferri corti principalmente a causa della disfunzione erettile di lui che lo porta a pensare che la moglie lo tradisca. Per risolvere i suoi problemi, Yang Baiwan si rivolge ad un avido medico che cerca di curarlo con metodi tradizionali ma che nei fatti gli sta solo spillando soldi. Dopo l’ennesima discussione con la moglie, decide che l’unico modo per recuperare la serenità è sbarazzarsi di lei. Sempre tramite il medico, assolda un killer privato ma la notte dell’omicidio non andrà proprio liscia anche a causa di una serie di personaggi improbabili che graviterà attorno al motel.
Secondo me:
Se magari mi seguite da un po’ saprete che mi piacciono molto i film di piccola criminalità di paese e questo Absurd Accident si piazza un po’ a metà tra Small Town Killers e Zero data l’ambientazione rurale del primo e la narrazione incrociata del secondo. Il film è diviso in capitoli ed ha una narrazione non lineare che seguirà i punti di vista di diversi protagonisti che vedranno le loro vicende incrociarsi in maniera più o meno diretta. Oltre ai proprietari del motel, seguiremo le gesta di due rapinatori, di due rapinatori, una coppia impegnata in un appuntamento al buio ed un poliziotto all’ultima nottata di lavoro prima della pensione. Il tono generale del film è quello di una commedia nera molto leggera che riuscirà a farci simpatizzare per tutti i protagonisti ed i criminali sembrano più adorabili ladri di polli che veri e propri malviventi. Un film del genere con diverse storie potrebbe potenzialmente risultare parecchio confuso ma qui, data la semplicità degli eventi, il pericolo viene scampato regalandoci un piccolo gioiellino dotato anche di un certo stile grazie a delle musiche niente male ed a qualche scenetta geniale che omaggia anche il cinema dei primi del ‘900. Parlare della storia o dei personaggi in maniera più approfondita andrebbe a rovinare la sorpresa di chi deciderà di guardare il film e quindi questo articolo lo chiudo qua, un po’ perché non pubblico da troppo e quindi ho bisogno di far uscire qualcosa, ma anche perché la mia filosofia generale è quella di vedere i film quasi totalmente a scatola chiusa. Quindi fidatevi di me, cercate questo film e guardatevelo. Non ve ne pentirete!
Esordio alla regia per Li Yuhe di chiara ispirazione occidentale che diverte e convince.
Titolo Originale: Gandarrapiddo: The Revenger Squad
Nazione: Filippine
Durata: 112 minuti
Regia: Joyce Bernal
Anno: 2017
Cast: Vice Ganda, Pia Wurtzbach, Daniel Padilla, Lassy Marquez, Ejay Falcon, Wacky Kiray, Karla Estrada,Wacky Kiray, Loisa Andalio
Trama:
Dopo aver salvato il mondo sconfiggendo il malvagio Madman, la supereroina Gandarra perde la memoria e vive una vita normale assieme alla sua squadra di supereroi ed assieme a Chino, figlio di Madman, che viene cresciuto dal supergruppo. Il giorno del suo ventunesimo compleanno però, il ragazzo manifesterà i suoi poteri e pertanto il gruppo di supereroi cercherà di far tornare la memoria ad Emy, ovvero Gandarra. C’è il rischio che Chino possa schierarsi con il male, data anche la minacciosa presenza di una bellissima donna che si rivelerà essere una vecchia conoscenza di Emy…
Secondo me:
Poche settimane fa vi parlavo di Ang Panday, film filippino giunto secondo all’edizione 2017 del Metro Manila Film Festival (MMFF). Quel film era certamente affascinante ma in fin dei conti nulla di eccezionale mentre questo Gandarrapiddo: The Revenger Squad, è una bomba che, nonostante sia stato il miglior incasso del festival, è riuscito ad ottenere solo il premio del pubblico.
Mattatore del film è Vice Ganda, pseudonimo di Jose Marie Borja Viceral, comico di lungo corso che pare sia specializzato in humor volgare e battutacce a volte considerate un po’ troppo pesanti. Ovviamente io non ne so nulla e non avevo mai sentito parlare di questo qua, e mi baso solo su Wikipedia e poco altro.
Già il prologo del film riesce a mettere lo spettatore a disagio mostrandoci un epico scontro con i supereroi vestiti con dei costumi degni della peggior convention di cosplay di paese che cercano di impedire al cattivo di impadronirsi della lancia a forma di rossetto brandita da Gadarra. Il costume di quest’ultima merita un discorso a parte dato che sembra un vestito di carnevale di Sailor Moon preso dai cinesi. Meraviglioso!
Finita la scena d’azione, ci ritroveremo a casa Mariposque, in un tripudio di omosessualità forse secondo solo al pubblico in studio dell’Eurovisione. Io ho amato l’atmosfera di questo film totalmente fuori dagli schemi, perlomeno a quelli ai quali siamo abituati. I colori, la gioia che viene espressa, la comicità a volte becera… Se riuscite ad entrare nel mood non potete che convenire con me che quello che avete davanti è un cazzo di capolavoro! Se però tutto questa gaiosità non riuscite a mandarla giù aspettate più o meno il minuto venti prima di scartare il film perché ad un certo punto sbuca fuori Pia Wurtzbach, la donna più bella dell’universo (almeno del 2015, avendo vinto Miss Universo quell’anno) che ha uno degli scambi di insulti più belli della storia del cinema basati esclusivamente sull’aspetto fisico con l’oggettivamente brutta Emy (che poi in realtà è Vice Ganda e quindi un uomo) e che presto rivedremo con ben pochi vestiti addosso.
Tra le mille cose divertenti da sottolineare ci sarebbe anche il modo di parlare dei protagonisti che utilizzano spesso dell’inglese maccheronico in mezzo al loro tagalog con influenze spagnole, ma poi magari è il modo normale di parlare dei filippini, non saprei. Bho, comunque fa ridere, specialmente quando parlano di fake news, termine che sentirete una quindicina di volte all’interno del film ed in alcuni casi anche totalmente a cazzo.
La storia non è certamente il punto di forza del film dato anche che anche lo stesso Vice Ganda, sfondando la quarta parete come un Deadpool qualsiasi, si chiede dove sia lo sceneggiare. Sostanzialmente avremo la squadra dei buoni contro un paio di cattivi, cambi di casacca, momento drammatico ed inevitabile lieto fine con lo zuccheroso messaggio finale sulla bellezza della famiglia che non dipende esclusivamente dai legami di sangue.
Le scene d’azione sono sicuramente povere ma in alcuni frangenti anche molto creative. Bello è ad esempio il primo combattimento di Chino (diventato Rapiddo) con un gruppo di banditi ed anche il combattimento di massa finale ha i suoi bei momenti, anche se i personaggi secondari sono davvero troppo secondari e nelle occasioni più concitate spariscono. Comunque sia gli effetti speciali di questo film sono decisamente superiori ad Ang Panday, ed il fatto che al MMFF 2017 quest’ultimo abbia vinto il premio nella categoria è scandaloso.
Questo film vi aiuterà a scoprire quanto è bello il mondo fuori dalla vostra confort zone. Uno dei motivi per cui scrivo su questo sito è espandere i miei orizzonti cinematografici e portarmi con me quante più persone possibili. In questo caso spero davvero vi venga la curiosità di guardare Gandarrapiddo: The Revenger Squad perché io mi sono divertito come un cretino!
Mag
Titolo Originale: Mongolian Death Worm
Nazione: USA
Durata: 90 minuti
Regia: Steven R. Monroe
Anno: 2010
Cast: Victoria Pratt, George Cheung, Sean Patrick Flanery, Jon Mack, Drew Waters, Tiger Sheu, Nate Rubin, Matthew Tompkins, Billy Blair
Trama:
Mongolia: mentre una compagnia petrolifera americana fa degli scavi per la ricerca dello shale oil, in un villaggio assistito da medici volontari dell’associazione Doctors of Hope si diffonde una strana epidemia. Data la scarsità di risorse a disposizione, la dottoressa Alicia cerca di dirigersi in città ma dovrà chiedere aiuto a Patrick, un americano in cerca di tesori. Ben presto i due scopriranno che le perforazioni per la ricerca del petrolio nascondono un segreto che ha risvegliato delle leggendarie creature sconosciute in occidente ma temute dai locali…
Secondo me:
Essendo io un amante dei monster movie ed essendo cresciuto negli anni ’90, non posso che considerare Tremors uno dei miei personali punti di riferimento dato che passava in continuazione in televisione e guardarlo era ogni volta una gioia. Il film originale ebbe due sequel, un prequel ed una fallimentare serie TV, ma alla fine i produttori si resero conto che avevano già dato il meglio con i primi due film e cercare di continuare a mungere i cari vermoni (che ormai erano diventati anche dei polli spelacchiati volanti) era inutile.
Tutto questo fino alla recente piaga della nostalgia anni’90 che ci ha portato un Tremors 5 che, seppur non fosse nulla di incredibile, mi aveva lasciato decisamente soddisfatto.
Di recente è uscito anche un sesto capitolo chiamato Tremors: A Cold Day in Hell ed è in discussione anche una nuova serie dedicata ai nostri vermoni preferiti, della quale personalmente non sento il bisogno e che per il momento pare sia stata bocciata da SyFy. La stessa Syfy che nel 2010 produsse questo Mongolian Death Worm, film scritto e diretto da Steven R. Monroe, subito dopo il successo ottenuto con I Spit On Your Grave, che però sembra essere uno dei pochi film degni di nota della sua filmografia.
L’idea generale del film poteva anche avere delle buone premesse dato che al centro della contesa tra Patrick ed i cattivi c’è nientemeno che la tomba di Gengis Khan a sua volta protetta dai vermoni, e quindi magari potevamo avere un film d’avventura in stile Indiana Jones dei poveri, mentre alla fine ci troviamo nella solita caciara SyFy dove abbiamo gente che si scanna mentre il mostro di turno/fenomeno paranormale/tempesta devasta o divora ogni cosa. Non manca la dottoressa/scienziata discretamente figa mentre non ci sono militari che però vengono goffamente sostituiti da un gruppo contrabbandieri che saranno in scena per pochi minuti dato che non ci metteranno molto a diventare cibo per vermi.
Se bene o male ero preparato ad un film brutto, quello che non ho sopportato è stata l’ambientazione che è quanto di meno credibile possa esistere. Dovremmo essere in Mongolia, un Paese nel quale le temperature raggiungono poco più di 20°C solo per un paio di settimane a luglio e, a causa delle temperature estremamente basse dell’inverno, quasi non crescono alberi. Qui invece la natura è quella tipica di uno stato centrale degli USA tipo l’Oklahoma (o molto più probabilmente delle colline della casa in campagna del produttore) ed i nostri protagonisti girano tutti in abiti estivi.
La nota positiva sono invece sorprendentemente i vermi che sono sufficientemente disgustosi e, forse per la semplicità del design e per i limitati movimenti, si amalgamano bene con il background. Certo, qualche scena è meno riuscita di altre, ma per la media di questo tipo di produzione gli effetti visivi sono più che validi.
Un monster movie molto mediocre che però nasce dalla stesse basi che hanno dato vita al fenomeno Tremors. A tratti si fa anche voler bene, ma resta un brutto film.
Mag
Titolo Originale: เน็ต ไอ ดาย
Nazione: Thailandia
Durata: 86 minuti
Regia: Weeratham Preedee
Anno: 2017
Cast: Pitt Kachai, Patara Eksangkul, Fahkuelon Ratsameekhae, Chicha Amattayakul, Klai-Udom Sarantorn
Trama:
Monica è una popolare net-idol che si suicida in un video postato poi sulla sua pagina di facebook e nel quale vengono taggate diverse personalità a lei legate. Un anno dopo la tragedia, il video compare sulla bacheca di Maliza, anche lei streamer di successo e proprietaria di un brand di cosmetici che aveva avviato una collaborazione con Monica per promuovere una crema per il viso e che era tra i tag. Scossa dal post e soprattutto da inquietanti rumori ed apparizioni a casa sua, decide di indagare sulla morte di Monica e presto si renderà conto che anche le altre persone taggate non se la passano benissimo…
Secondo me:
Dislike era un film russo davvero brutto che aveva per protagonisti degli youtuber o comunque personalità di internet e che finiva per essere un orribile horror. Non so perché ma ho una strana attrazione per questi film che cercano di agganciarsi ad i trend tecnologici del momento come magari erano stati SMS – 3 giorni e 6 morto o Unfriended, ma in questo caso il mio feticismo si sta rivelando particolarmente deleterio dato che non ho visto un singolo film appena decente su queste web star e sono ormai mesi che continuo a scavare in questa discarica piena di film imbarazzanti. Net I Die magari non raggiungerà i livelli di bruttezza di Dislike ma semplicemente per le grazie delle protagonisti femminili dato che per il resto siamo davanti ad uno dei più noiosi e banali film di fantasmi che abbia mai visto. La parte migliore del film è senz’altro la sequenza iniziale in cui la bella Monica, vestita in maniera provocante, promuove una torcia e si lamenta che i suoi followers facciano commenti solo sulle sue tette. Per il resto, l’unica scena vagamente riuscita (anche se magari un po’ troppo lunga) è la morte di due povere ragazze verso metà film che rimangano rinchiuse in una specie di magazzino dove poco prima avevano scattato delle foto vestite da conigliette sexy. E non le cito solamente per poter scrivere conigliette sexy nell’articolo in modo da fare un po’ di clickbait. Perché scrivere conigliette sexy sicuramente non porterà nessun visitatore sulla pagina.
Ma tolte le conigliette sexy non rimane nient’altro se non qualche piccola scena prevedibile che vorrebbe incutere terrore, un fantasma troppo bello per essere credibile ed un impianto narrativo davvero povero.
Insomma se volete vedere delle conigliette sexy dategli uno sguardo ma se state cercando un film lasciate stare. E comunque sappiate che c’è anche di peggio di questo e di Dislike nel genere “film sulle web star…“