Titoli Internazionale: Deep Blood, Shakka
Nazione: Italia
Durata: 90 minuti
Regia: Joe d’Amato
Anno: 1989
Cast: Frank Baroni, Allen Cort, Keith Kelsch, James Camp, Tody Bernard, John K. Brune, Mitzi McCall, Margareth Hanks, Charlie Brill, Tom Bernard

Trama:

Alla presenza di un discendente degli indiani d’america, quattro ragazzi stringono un patto di sangue per rafforzare il loro legame d’amicizia. L’uomo consegna loro anche una tavola di legno intagliata che parla dell’attacco di una creatura marina alla sua tribù. Dopo essersi allontanati per un po’, i ragazzi decideranno di rivedersi tutti assieme nella loro città d’origine ma alla festa si presenterà anche uno squalo che deciderà di dividere il gruppo per sempre…

Secondo me:

Estate: sole, mare, caldo e film di squali.
Il film di oggi ha una firma prestigiosa: quella del sempre troppo poco elogiato Aristide Massacesi, meglio conosciuto come Joe d’Amato! In realtà sull’identità del regista di questo film c’è un piccolo mistero dato che, secondo l’IMDB, questo film è diretto da tale Raffaele Donato che ha anche la sua pagina però povera di lavori che non vanno oltre il 1999, anno della morte del compianto Massacesi. Sul fatto però che Raf Donato sia l’ennesimo nome d’arte del nostro eroe ci sono ben pochi dubbi dato che in questo film d’Amato firma anche la sceneggiatura e la fotografia con due pseudonimi diversi ed è anche produttore con la sua Filmirage. La pagina italiana di Wikipedia del film lo da per certo mentre il nome di Raf Donato scompare totalmente sulle edizioni internazionali del film.
Ma vale la pena guardare questo film? Bhé, io ho un grosso problema: amo troppo il genere per poter sconsigliare un qualsiasi film serio con squali che divorano persone e pertanto per me questo qua vale sicuramente più dell’ennesimo Star Wars o di un film Disney a caso. Ma capisco di avere un grosso problema e pertanto mi limito a dire che questo film non raggiunge nemmeno lontanamente i fasti del bellissimo L’Ultimo Squalo. Uno dei difetti principali del film sono le troppe poche persone mangiate dallo squalo. Se non sbaglio sono appena 3! Ma si può fare un film di squali con solo 3 morti? E non sono nemmeno di qualità. Per motivi di budget lo squalo è praticamente sempre mostrato tramite spezzoni di documentari vari rubati e personalmente non ho alcun problema con questo. Ma onestamente potevano essere scelte delle immagini un po’ più adeguate alle scene. In particolare c’è una morte che avviene a pochi metri dalla riva. Ci sono continui salti di scena tra la prospettiva dello squalo e quella della povera vittima. Lo squalo però sembra nuotare in acque decisamente profonde ed anche la luce è ben poco compatibile con quanto mostrato pochi secondi prima. Insomma si poteva fare di meglio! Inoltre il film si perde un po’ troppo in chiacchiere davvero poco interessanti ed alcune scene semplici sono troppo allungate e mitigate da una musica rilassante che alla lunga stanca. Anche il finale è decisamente debole e davvero noioso!

Il film è in fin dei conti un film di squali decisamente brutto. E questo ai miei occhi significa che va comunque visto ed amato! Non è affatto facile da trovare su internet se non in qualità pessima ma su Amazon è ancora disponibile un’edizione in DVD francese con lingua inglese con una tiratura limitata a 300 pezzi. Mentre scrivo ne sono rimaste solo 3 copie disponibili. Se volete ordinarlo CLICCATE QUA.

pieles
Titolo Originale: Pieles
Nazione: Spagna
Durata: 78 minuti
Regia: Eduardo Casanova
Anno: 2017
Cast: Jon Kortajarena, Macarena Gómez, Ana Polvorosa, Candela Peña, Carolina Bang, Carmen Machi, Secun de la Rosa, Eloi Costa, Joaquín Climent, Itziar Castro, María Jesús Hoyos

Trama:

Alcuni personaggi con delle deformità fisiche più o meno gravi si trovano ad affrontare la quotidianità della vita resa più dura dalla loro particolare condizione.

Secondo me:

Era da un po’ che un film non mi prendeva come ha fatto questo. Pelle è il lungometraggio di esordio di Eduardo Casanova prodotto nientemeno che da Alex De la Iglesia ed inizia con un uomo che, invece di assistere al parto della moglie, decide di andare in un bordello dove una signora grassa e nuda gli propone un incontro con una bambina di 11 anni che si rivelerà essere senza occhi. Ma questo è solo l’antefatto, perché il film seguirà le vite di diversi altri casi umani dei quali però preferisco non parlarvi per non togliervi la sorpresa. Se ne volete conoscerne un paio guardatevi questo cortometraggio dello stesso regista girato poco prima del film.
Pelle è una bomba! Un film grottesco che però riesce a sorprendere ad ogni scena e che non si limita al sono freakshow ma che racconta esaustivamente delle storie profonde e complesse nonostante la grande varietà dei personaggi a schermo. Contribuisce ad esaltare il tutto l’aspetto artistico del film con i suoi meravigliosi colori pastello ed un rosa predominante, delle scenografie esteticamente ricche e spesso simmetriche e delle musiche discrete ma che esaltano le scene quando ce n’è bisogno.
Se avete paura che il film sia una vuota retorica sulla società e su quanto faccia schifo siete fuori strada. La riflessione sul “chi sono i veri freak? I normali o i freak?” potrebbe anche essere un tema, ma il film non è affatto bacchettone ed è anzi abbastanza democratico nel distribuire personaggi positivi e negativi senza fare una netta divisione in base alla presenza o meno delle malformazioni. Inoltre ognuno dei nostri protagonisti potrebbe insegnarci qualcosa dato che c’è chi si accetta, chi non si accetta, chi riesce a migliorare la sua vita dopo una perdita, chi vorrebbe cambiare ma non può, chi potrebbe cambiare ma non vuole…. Insomma se avete voglia di farvi delle grosse seghe mentali qui di materiale ce n’è un sacco.

Un film assolutamente non per tutti ma che è su questo sito anche e soprattutto per questo. Magari a voi non piacerà ma per me è una delle cose più belle viste quest’anno. E se non l’avete visto guardatevi anche Freaks del 1937 che è un capolavoro immortale del cinema.

AttractionTitolo Originale: Prityazhenie, Притяжение
Nazione: Russia
Durata: 130 minuti
Regia: Fedor Bondarchuk
Anno: 2017
Cast: Irina Starshenbaum, Oleg Menshikov, Alexander Petrov, Rinal Mukhametov, Tatyana Shitova, Nikita Tarasov

Trama:

A causa di una tempesta di meteoriti, una nave aliena si schianta su una zona residenziale di Mosca distruggendo molti palazzi e causando gravi perdite. Gli alieni sembrerebbero solo voler riparare l’astronave ed andare via ma la popolazione locale è diffidente e si creano dei veri e propri gruppi armati contro gli alieni. A dividere le due fazioni c’è l’esercito russo che instaura una zona franca attorno alla navicella. Yulya, figlia di un colonnello, cercherà di vendicare la sua migliore amica morta durante l’impatto ma rivedrà la sua posizione dopo aver conosciuto un belloccio alieno.

Secondo me:

Non so se si è capito ma in questo periodo sto approfondendo tantissimo il cinema russo mainstream e mi sto vedendo vari blockbuster sovietici. E dopo Mafia e Guardians eccoci con questo Attraction, un kolossal con sci-fi con gli alieni. Quando erano usciti i primi trailer i siti di news occidentali l’avevano paragonato subito a film come Independence day o The Arrival. La verità è che andrebbe paragonato più ai teen movie con ragazze che si innamorano di cose strane tipo Twilight o Warm Bodies. Quindi si, c’è dell’attrazione tra una ragazza terrestre ed un alieno ma niente sesso tentacolare purtroppo dato che gli alieni, privi della loro stilosissima tuta, sono esattamente uguali agli umani.
A questo punto immagino che il 90% di voi avrà smesso di leggere e questo un po’ mi dispiace dato che il film alla fine, pur non essendo un capolavoro, merita sicuramente una possibilità.
L’ambientazione è quella della periferia russa dove non mancano i giovani gopnik che fanno sgommate con discutibili automobili truccate indossando le loro tute Adidas.
L’impatto visivo del film è strepitoso sia per gli effetti speciali in CGI che per la ricostruzione scenica della distruzione che è equilibrata rispetto alla portata dell’evento.
Dal punto di vista narrativo il film ha dei limiti evidenti ma risulta tutto sommato godibile. La storia è molto semplice e la banalissima conclusione porta con se un messaggio di fondo trito e ritrito ma lo svolgimento del film è interessante. Certo, fosse durato una mezz’ora di meno non mi sarebbe dispiaciuto ma vale comunque la pena arrivare in fondo per vedere l’ignorantissima battaglia finale.
La protagonista Yulya è un personaggio azzeccato anche se ha degli atteggiamenti discutibili sia subito dopo la morte dell’amica che dopo aver incontrato l’alieno Khariton. Però, visto la sua situazione psicologica e dato l’ambiente che la circonda, sono disposto a capirla. Ho odiato il suo amico nerd “Google” che fortunatamente ha un ruolo marginale. L’alieno invece è il classico belloccio della situazione che, essendo alieno ha comportamenti un po’ strani. A mio parere l’attore eccede un po’ nelle espressioni stupide ma in fin dei conti sono sicuro che il suo poster prenderà il posto di quello di Putin in diverse camerette di giovani russe. I cattivi umani del film invece rientrano nel perfetto stereotipo dei giovani russi che parlano solo con i pugni e fanno colazione con la vodka e per questo sono adorabili.

Un film dalla trama già vista ma con una marcia in più rispetto alla diretta concorrenza. Se proprio non ce la fate a guardare i teen-drama dategli una possibilità per gli effetti visivi.

Zaschitniki; GuardiansTitolo Originale: Защитники, Zaschitniki
Nazione: Russia
Durata: 90 minuti
Regia: Sarik Andreasyan
Anno: 2017
Cast: Sebastien Sisak, Anton Pampushnyy, Sanzhar Madiyev, Vyacheslav Razbegaev, Nikolay Shestak, Alina Lanina, Valeriya Shkirando, Stanislav Shirin.

Trama:

Durante la guerra fredda gli ufficiali russi avevano avviato un programma segreto per la creazione di supersoldati geneticamente modificati chiamati “Patrioti“. Dopo la dismissione del programma, i soggetti hanno vissuto in incognito per decenni ma, la comparsa di un misterioso nemico, convince il ministero della difesa russo a radunare i patrioti per affrontare la minaccia.

Secondo me:

Personalmente non amo i film supereroistici e negli ultimi anni, l’unico prodotto di questo tipo che ho visto è Guardiani della Galassia (il primo) esclusivamente per James Gunn. Per il resto non ho visto i recenti film Marvel o DC o le serie tv del genere. Semplicemente non è un mondo che mi attira. Quello che invece mi affascina sono le interpretazioni locali dei trend USA ma, salvo qualche raro esempio come il danese  Antboy i nostri Il Ragazzo Invisibile o Lo Chiamavano Jeeg Robot, non si sono visti tantissimi film supereroistici fuori dagli States. Questo potrebbe essere dovuto alla mole di film che arrivano da oltreoceano ogni anno e che saturano un po’ il mercato. Comunque, quando Guardians venne annunciato, generò una buona copertura mediatica e molti siti internazionali ripresero la notizia con commenti a metà tra lo scherno e la sorpresa. A mio parere il trailer era decisamente interessante e ben fatto e destò la mia attenzione. Anche il regista, il georgiano Sarik Andreasyan non è uno sprovveduto (qui sul blog abbiamo Mafia: Survival Game) ma, dopo aver visto il film però posso tranquillamente dire che chi ha montato il trailer meriterebbe di essere denunciato per truffa e chi ha montato il film dovrebbe andare direttamente in carcere senza processo.
Mai mi sarei aspettato un film così povero di idee e al tempo stesso così confuso e discontinuo. Un film che sembra fatto di scenette singole cucite le une alle altre senza un vero e proprio collante. Dopo un promettente inizio le cose iniziano ad andare di fretta e subito vengono radunati i nostri guardiani che si uniscono alla lotta contro il misterioso nemico senza troppe esitazioni. Tutto avviene con delle scenette singole dedicate ad ogni personaggio, e questa tendenza di democratizzazione dei tempi per tutti i guardiani si ripete un po’ per tutto il film dando l’idea di non voler far prevalere la “personalità” di uno sull’altro. Ad esempio il background e le motivazioni di ogni personaggio ci vengono raccontate da ognuno di loro con un breve spiegone che spezza il ritmo (non che ci sia un vero e proprio ritmo da spezzare eh) e che alla fine personalmente non è risultato affatto efficace. Anche l’accenno di storia d’amore tra due guardiani è un po’ buttata lì e non riesce a coinvolgere. Le scene d’azione sono sicuramente la parte migliore del film ma anche in questo caso sono troppo spezzettate per dare spazio ad ogni personaggio e alcune scelte
discutibili rendono indigeste anche quelle. I nostri eroi poi non sembrano particolarmente abili ed anche dopo l’addestramento e l’utilizzo di nuovi (discutibili) strumenti riescono comunque a fare schifo. Ma chi sono i nostri guardiani? Abbiamo un uomo veloce ed agile (si teletrasporta? bho!) che usa delle lame molto taglienti molto figo nell’aspetto ma il motivo per cui riesce a tagliare con questa efficacia mi resta ignoto, un uomo che riesce a spostare le rocce con la telecinesi, una donna che ha il potere di essere parecchio figa e diventare invisibile e la star del trailer l’uomo Orso, sicuramente il più interessante del quartetto. Il cattivo invece riesce a comunicare con le macchine e strumenti elettronici vari.
Poteri non certamente innovativi ma in fondo di questo non mi lamento troppo dato che inventarsi qualcosa di nuovo in questo campo sarebbe difficile oggi. Nemmeno l’aspetto visivo mi disturba più di tanto dato che, seppur con alti e bassi, il film fa il suo dovere. Giusto l’orso poteva dare un po’ di più ma tutto sommato è accettabile anche lui!
Comunque sia se riuscite ad arrivare all’ultimo quarto d’ora di questo aborto potrete ammirare anche uno dei finali peggiori mai visti in un film ad anche la presentazione di un nuovo guardiano che dovrebbe comparire nel sequel, che però probabilmente non vedrà mai la luce dato che questo è stato un totale insuccesso si commerciale che di critica.

Un film troppo spezzettato, con pochissime idee e nessuna novità per il genere. Metterà a dura prova anche i fan più accaniti del genere supereroistico. E comunque mentre lo guardavo comunque ho pensato parecchio a come Il Ragazzo Invisibile potrebbe incastonarsi in questo universo. Vedremo un cross-over italo-russo in futuro? Quasi sicuramente no, ma sarebbe un’idea per risollevare due saghe altrimenti destinate all’oblio. Che poi a dirla tutta a me il film di Salvatores era anche piaciucchiato considerando il target e attendo il sequel con molto interesse.

TenZanTheUltimateMission1988Cover
Titotlo Originale: Ten Zan: The Ultimate Mission
Nazione: Corea del Nord, Italia
Durata: 85 minuti
Regia: Ferdinando Baldi, Pak Jong-ju (con lo pseurdonimo di Ted Kaplan)
Anno: 1988
Cast: Frank Zagarino, Mark Gregory, Sabrina Siani, Romano Kristoff, Jinny Rockers, Charles Borromel, Chung Soi, Kao Deng, Kim Follet

Trama:

Un gruppo di malvagi mercenari assalta dei villaggi per rapire delle delle donne vergini per utilizzarle in strani esperimenti scientifici finalizzati alla creazione di superuomini. L’organizzazione scientifica mondiale decide di fermare queste atrocità contattando un gruppo di esperti ex-militari che dovranno attaccare e distruggere il centro operativo nel quale vengono condotti gli esperimenti.

Secondo me:

Come abbiamo già detto qualche anno fa parlando di quel capolavoro di Pulgasari, Kim Jong-Il era un grande appassionato di Cinema e, prima di salire al potere, era a capo del Ministero della Propaganda di Pyongyang e tentò a più riprese di creare un’industria cinematografica Nord-Coreana.
In questo caso l’idea era quella di produrre film da vendere nei mercati esteri pertanto alcuni funzionari nord-coreani vennero inviati a Cannes con l’intento di reclutare un regista capace di lavorare in ambito internazionale. La scelta cadde sul nostro Ferdinando Baldi che personalmente non conoscevo prima di vedere questo film ma la cui filmografia mi fa pensare che fosse una persona estremamente versatile ed un vero e proprio sperimentatore. Pochi anni prima di lavorare a questo film aveva girato l’action Warbus nelle Filippine e aveva girato anche due film in 3D ovvero Il tesoro delle quattro corone, un Indiana Jones dei poveri e Comin’ at Ya!, un action nel quale “Durante una cerimonia nuziale, dei banditi irrompono facendo un macello e rapiscono la sposa” (cit. Wikipedia). Oltre a questi film ha girato anche peplum, musicarelli, commedie erotiche e tonnellate di Western. Insomma un uomo certamente d’esperienza che porta con se gran parte degli attori coinvolti nel progetto. Il protagonista del film è Frank Zagarino che pare si sia fatto anche un paio di giorni di galera a causa di troppe foto scattate sul set che fecero pensare alle autorità nord-coreane che fosse una spia. Nel cast anche la bella Sabrina Siani già vista in numerose commedie sexy ed in qualche film d’avventura come Ator e che da qui a poco si ritirerà dalle scene e Romano Kristoff, presenza fissa dei film italiani girati nelle Filippine e protagonista del recente lavoro di Baldi Warbus. Gli attori coreani sono pochi e solo una ragazza ha un ruolo rilevante.
Il risultato di questa coproduzione italo-nordcoreana è purtroppo deludente. Il film è un B-movie action decisamente poco ispirato e che non spicca per nulla. Giusto l’arco utilizzato dalla nord-coreana è una piccola deviazione dallo standard (oddio, che poi anche Rambo usava l’arco). Per il resto abbiamo il classico belloccio e i suoi amici che picchiano come fabbri e fanno esplodere cose. Detto così sembrerebbe anche figo ma la realtà è purtroppo molto più triste ed il film decisamente noioso e dimenticabile dato che le scene d’azione non spiccano certo per realismo o spettacolarità. Il film è inoltre totalmente assente da propaganda dato che doveva rivolgersi al pubblico internazionale ed essere vendibile all’estero.

La prima e forse unica collaborazione cinematografica tra Italia e Corea del Nord ha portato ad un film a mio parere deludente. Se vi piacciono i B-movie d’azione magari potreste trovarci qualcosa per cui valga la pena spenderci del tempo.

Stavolta vi allego il film completo da youtube qui sotto linkandolo da uno dei canali ufficiali della Corea del Nord. Se ne trovano anche versioni migliori in giro!

Bao 3 qiao jiao wa

Titolo Originale: Bao 3 qiao jiao wa; 爆3俏嬌娃
Nazione: Hong-kong
Durata: 97 minuti
Regia: Goo-Bi GC con lo pseudonimo di Cheuk Wan Chi
Anno: 2013
Cast: Chrissie Chau, Hidy Yu, Dada Lo, Tien You Chui, Goo-Bi GC, Emily Lim, Brian To, Chris Tong

Trama:

Boo è un’allenatrice di boxe che gestisce una palestra e che si trova in un momento difficile. Il suo ragazzo l’ha lasciata per TT, la sua migliore amica ed ex-socia, e gli affari vanno male. Il giorno del suo trentesimo compleanno incontra Miu, anche lei appena lasciata dal ragazzo e senza casa che verrà assunta da Boo come nuova allenatrice. TT cercherà di riallacciare i rapporti con Boo e si presenta ad una festain palestra durante la quale una misteriosa donna d’affari proporrà alle tre un lavoro in Malesia. Il viaggio però non sarà tutto rose e fiori…

Secondo me:

Questa è la settimana nella quale Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca diventando il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America e nel frattempo milioni di persone in tutto il mondo sono scese in strada per protestare, tra le quali anche un sacco di femministe. Mi sembra quindi sacrosanto parlare di un film girl-power nel quale delle donne attraenti decidono di sfruttare il loro corpo per far soldi e nel quale esprimono tutta la loro femminilità ed indipendenza picchiando principalmente uomini.
Questo Kick Ass Girls è andato decisamente sopra le mie aspettative e, nonostante mi sia ritrovato spesso a chiedermi che cazzo di film stessi vedendo, alla fine ne sono rimasto piacevolmente divertito. L’inizio con i titoli di testi fluo con musica pop e spezzoni di ragazze in viaggio è decisamente poco invitante per un uomo ma l’dea di vedere un po’ di catfight alla fine ha prevalso ed ho deciso di andare avanti. Facciamo la conoscenza della nostra protagonista Boo interpretata da Chrissie Chau (già vista in Jurney to the West: Conquering the Demons) incazzata dopo aver ricevuto gli auguri per il trentesimo compleanno dalla sua amica/nemica TT. Conosciamo anche il fratello nerd e subito dopo Miu in palestra dove le due avranno un breve e divertente alterco. I toni sono scanzonati e divertenti e le cose si fanno decisamente più interessanti quando scopriamo come funziona la palestra di Boo: in pratica degli sprovveduti ragazzi vengono attratti dalle avvenenti istruttrici che quindi li mungono più che possono con pose sexy e ammiccamenti vari. Insomma in questo film i ragazzi sono dei cretini come succedeva nel remake di Ghostbuster  (che non ho visto, parlo per sentito dire), mentre le ragazze sono consapevoli dei propri mezzi.
In realtà poi durante la vacanza di lavoro in Malesia viene fuori tutta la frivolezza e l’ingenuità delle nostre protagoniste che dovrebbero essere lì per un lavoro da bodyguard e che sembrano dimenticarsene quando entrano in limousine e vanno in giro per feste. In questa seconda parte del film troviamo davanti la macchina da presa anche la regista del film Goo-Bi GC (o Cheuk Wan Chi) che interpreta una ragazza goth e che fa l’assistente del nostro trio.
Dopo una bella litigata, finalmente arriverà il twist del film e ci ritroveremo a vedere qualche scena d’azione. I combattimenti sono forse la parte meno riuscita del film ma solo perché da Hong Kong ci si aspetta sempre di vedere coreografie meravigliose. In questo caso invece siamo solo a livelli base con un po’ di battute orientate ad un pubblico femminile, calci nelle palle ed anche un peto che non deve mai mancare una commedia di queste latitudini.

Nonostante la trama sia un po’ stupida ed a tratti anche incoerente, il film si rivela leggero e piacevole, con delle belle ragazze che pestano uomini e con battute sul lifting, borse, assorbenti e reggiseni. Volerci vedere del femminismo è una semplice scusa per fare del clickbait dato che il film descrive perfettamente lo stereotipo asiatico delle ragazze frivole e cretine ma dominatrici nei confronti dei maschi e ci aggiunge una buona dose di inquadrature e vestiti ammiccanti che faranno la gioia del pubblico maschile. Fortunatamente i moralisti ancora non sono ancora arrivati ad Hong Kong!

ANDRÒN – THE BLACK LABYRINTHTitolo Originale: Andròn – The Black Labyrinth
Nazione: Italia, USA
Durata: 97 minuti
Regia: Francesco Cinquemani
Anno: 2016
Cast: Alec Baldwin, Michelle Ryan, Skin, Danny Glover, Leo Howard, Antonia Campbell Hughes, Gale Morgan Harold III, Jon Kortajarena, Mauro Conte, Korlan Madi, Alex Martin, Gaia Scodellaro, Elettra Mallaby, Clara Pasieka

Trama:

Un gruppo di persone si sveglia in una misteriosa struttura labirintica senza nessun ricordo nemmeno per quel che riguarda la propria identità. Tra enigmi, pericoli e strani incontri, i nostri protagonisti dovranno riuscire a ricordare chi sono e come sono finiti in quel posto per poi trovare una via d’uscita.

Secondo me:

Questo articolo parlerà del film solo nelle ultime venti righe. Tutto il resto è un’analisi dello stato attuale del mercato cinematografico attuale che prende spunto dal lavoro della casa produttrice di questa roba. Sentitevi liberi di saltarla dato che dico solo banalità!

Ogni volta che si parla dell’industria cinematografica italiana c’è qualcosa di nuovo di cui lamentarsi. In questo caso voglio portare un esempio produttivo che, nel bene e nel male, secondo me sta interpretando bene l’evoluzione del mercato. Parliamo del produttore Andrea Iervolino che da anni produce decine e decine di film che però, tranne rare eccezioni, sono prodotti di qualità medio-bassa. Dal 2013 Iervolino ha allargato i propri orizzonti ed, assieme alla sua partner commerciale Monika Bacardi, ha fondato AMBI Group che ha sede negli USA e produce film indirizzati al mercato internazionale e che recentemente si è aperta anche al mercato cinese con la sussidiaria AMBI-Sino. La filosofia e la strategia commerciale però non è cambiata e le produzioni targate AMBI sono ancora sinonimo di scarsa qualità ma stavolta con qualche star internazionale nel cast proprio come nel caso del film del quale dovrei parlare ma del quale c’è così poco da dire che forse è meglio divagare un altro po’ prima di entrare nel merito.
Oggi, grazie alle varie piattaforme di fruizione digitale che necessitano di numeri e novità, non è troppo difficile piazzare un film e quindi girare un sacco di roba dallo scarso valore produttivo sembra essere una strategia vincente della quale potremmo anche beneficiarne tutti dato che comunque se vengono fatti più film abbiamo più libertà di scelta e ci sarebbe anche più lavoro nell’industria cinematografica e magari ogni 100 film inutili potrebbe anche saltar fuori qualche bella sorpresa.
Se quindi vedo solo di buon occhio questa voglia di produrre tantissimi film dai bassi costi piuttosto che concentrarsi su meno film con maggiori budget, credo che oggi vi siano enormi problemi che l’industria si trova a fronteggiare. Innanzitutto nei cari e vecchi cinema non c’è spazio per tutta questa roba, soprattutto adesso dove non esistono più i cinema di seconda visione o anarchici e praticamente tutte le sale hanno una programmazione standard. Questi film quindi vanno a finire principalmente sulle piattaforme di Video On Demand (VOD) ma voglio vedere chi ha contemporaneamente l’abbonamento a Infinity, Neflix, TIM Vision, SKY, Amazon Play e TROMA NOW tutte assieme. Pertanto, dato che queste piattaforme si reggono sui numeri e sulle novità dei propri cataloghi, tenderanno ad avere film in esclusiva e quindi, se un produttore sigla un accordo commerciale con un singolo operatore, l’utente si vede preclusa la possibilità di vedere quel film a meno che non attiva un nuovo abbonamento. Ed in questo panorama l’opzione pirateria e lo streaming illegale torna decisamente più forte che in passato dato che nella stragrande maggioranza dei casi questi prodotti non vengono nemmeno rilasciati in DVD o acquistabili singolarmente. Insomma oggi il mercato cinematografico globale è più vivo che mai ma anche molto complesso e di difficile lettura. Da un lato potrebbe essere più semplice esordire per un giovane filmaker o attore, ma forse è più difficile raggiungere il pubblico che si vuole ed emergere dalla massa.

In tutto questo comunque Iervolino, Bacardi e la AMBI sembrano trovarsi a proprio agio e capaci di leggere il mercato. Con due spicci hanno prodotto questo action fantascientifico claustrofobico diretto da un esordiente Francesco Cinquemani che prende a piene mani dai vari Maze Runner, Hunger Games, The Cube e che intercetta la moda del momento dei Survival Game. Il fatto che Mafia sia il film precedente a questo sul sito è solo un caso, ma non è un caso che nel mondo stiano venendo fuori molti film di questo tipo tra i quali ad esempio 31 di Rob Zombie o il prossimo The Belko Experiment di Greg McLean ma scritto e prodotto da James Gunn.
Come detto precedentemente questo è uno di quei film dal costo misero che però vede un paio di star internazionali nel cast. In questo caso i malcapitati coinvolti in questo disastro sono Alec Baldwin e Denny Glover ai quali si affiancano una decina di sconosciuti,  ed una formidabile Skin (la cantante) al suo esordio in un lungometraggio (e si vede).
I primi minuti del film hanno già dei dialoghi abbastanza incoerenti con la situazione e che presentano le solite punzecchiature nel vano tentativo di dare uno spessore ai personaggi. Il film potenzialmente ha qualche elemento interessante quale l’enigma di determinate strutture su alcuni muri, dei tatuaggi misteriosi, i background oscuri dei protagonisti, il mondo esterno che ci viene pian piano rivelato… Ma tutto viene presentato in maniera estremamente superficiale ed alla fine la confusione regna sovrana. Si potrebbe dire che il film ha troppa carne al fuoco ma in realtà la storia sarebbe molto semplice ma il film soffre di una narrazione inutilmente contorta e concentrata in alcuni punti mentre di piattezza totale in altre. L’unica cosa da salvare sono dei combattimenti coreografati e girati abbastanza bene ma che, nella maggior parte dei casi, non hanno nemmeno motivo di esistere.

Un film davvero brutto che difficilmente sarebbe mai stato prodotto se i vari Netflix e compagnia non esistessero. Oh, almeno qualcuno lavora!

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Film per pochi is powered by WordPress · design di Gianluca Camaioni